Sono a un bar nel centro storico della mia città che aspetto una persona e, accanto al mio tavolo, osservo una coppia di fidanzatini. Occhi negli occhi, stessa postura, stesse parole: “Ah, l’amore, l’amore!” Quella condizione dell’anima in cui tutto appare semplice e possibile, e il rapport si crea in modo naturale. Essere in rapport, secondo la PNL, significa essere in sintonia con l’altra persona, sulla sua stessa lunghezza d’onda. E se empatia e innamoramento si danno la mano, quando il sentimento si evolve, cosa accade?

L’altro non ci appare più l’essere perfetto che credevamo e ci assalgono i dubbi.

È qui che avviene, allora, il salto: quando abbracciamo il lato umano dell’altro. Quando ascoltiamo le sue parole e le facciamo nostre. Quando sentiamo il suo respiro e diventa il nostro. Quando notiamo un segno particolare e lo trasformiamo in qualcosa di nostro.

Non si tratta, ovviamente, di rinunciare alla propria identità, quanto di accogliere l’altro: ritrovare negli altri parti di noi ci fa sentire accettati.

Non vi convince? Ritenete che sia qualcosa di troppo costruito e che i rapporti debbano essere più spontanei? Pensate a quando vi piace una cosa ed esclamate: “Wow! Fantastico!” e la persona accanto a voi risponde: “Meraviglioso!”. Cosa accade? State entrambi apprezzando la stessa cosa, quindi in buona sostanza siete d’accordo, eppure c’è qualcosa che disturba questa comunanza. Un segnale a livello inconscio che ci dice che con quella persona in realtà non c’è sintonia. Starete obiettando: “Tutto questo per una semplice parola?”. Sì, per una semplice parola perché, come dice Bandler: “Il cervello ama ciò che è uguale”. Dunque ricalcare (cioè riproporre) le parole di una persona significa accettare le sue convinzioni.

Lo stesso vale per il tono della voce o per la respirazione. Andreste mai a un funerale con un sorriso allegro o a una festa col muso lungo? Ecco: ricalcare il linguaggio non verbale e paraverbale, quindi, per esempio, parlare con lo stesso volume di voce o ritmo di respirazione, avvicina emotivamente all’altro.

A questo punto sono io a chiedere a voi: cosa significa essere spontanei? Parlare o agire in maniera istintiva, senza calcolare la prossima mossa, giusto? Ma se scegliamo di creare sintonia con chi ci sta di fronte, ricalcare non ci viene spontaneo? Mi viene da dire che chi ci tiene alle relazioni umane agisce con spontaneità consapevole. Vi piace questa lettura? Pensateci. Nel frattempo, la persona che aspettavo è arrivata, si è seduta di fronte a me, sorridente e io ricambio il sorriso.

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Spontaneo o consapevole?

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