Il metamodello è un modello linguistico utilizzato per contrastare gli effetti depotenzianti della cancellazione, della generalizzazione e della distorsione.
Consiste nel porre domande di precisione per portare le risorse necessarie dalla struttura profonda a quella superficiale.
Mi spiego, noi abbiamo una struttura profonda, che è il nostro inconscio, dove risiedono i nostri pensieri, e una superficiale, la mente conscia, che si evidenzia attraverso il linguaggio. Quando parliamo di qualsiasi cosa, operiamo una selezione degli elementi attraverso la cancellazione, la generalizzazione e la distorsione. Dunque, attraverso il nostro linguaggio, esprimiamo la nostra struttura superficiale. Quando i risultati di tali processi si rivelano depotenzianti, le domande del metamodello consentono l’accesso alla struttura profonda e quindi al recupero di elementi che si erano persi, fino a ridefinire l’esperienza soggettiva.
Un esempio:
“Mi hanno abbandonato tutti” … “Tutti chi?”
“Non credo nelle persone” … “Quali persone?”
“Combino solo guai” … “Quando combini guai?”
Il meta modello ha diversi usi: può aiutare nelle scelte, può aumentare la consapevolezza.
Attenzione, però, va usato con cautela, con persone con le quali si è in rapport, altrimenti si corre il rischio di risultare antipatici.